Bene. E' arrivato il momento di aggiornare questo blog che più sciatto non si può. Nonostante abbia un sonno pazzesco (dovuto al terribile amount di calorie e grassi saturi ingerito durante questa giornata) e la sfida contro la Physics sia ancora aperta (30-17, per niente male), scriverò un po' giusto perchè sono troppo magnanima e voglio condividere con voi, poveri mortali intrappolati nella monotona routine italiana, la mia fantastica e super-fighissima vita californiana.
Iniziamo col dire che Pat e Melissa sono partiti due settimane fa per la loro tanto attesa vacanza in Italy, quindi è da ben 15 giorni che non ho dei genitori americani (e ben 45 giorni che non ho genitori italiani, sì, mi sento un po' orfana). Jenny, un'amica di Melissa, si sta prendendo cura di noi piccoli profughi e ci fornisce cibo e tanto affetto. E soprattutto, tanto baseball. Domenica scorsa è stata la volta dei San Francisco Giants che hanno giocato contro una squadra dal nome impronunciabile che faceva davvero schifo. Sì, abbiamo vinto. E credo di aver finalmente compreso tutta la "baseball thing". Sì, persino le regole. E no, se mi chiedete quali sono, non vi saprei rispondere. Ma dentro di me le ho acquisite. Giuro. Almeno adesso capisco perchè la gente gioisce oppure urla "Oh Nooo!". Quindi è un grande passo avanti. Oggi invece siamo state all'ultima partita della stagione degli A's. Che giocavano contro i Texas Rangers. Una squadra troppo forte. Sì, abbiamo perso. E' stato deprimente.
Purtroppo anche la scuola continua. E dopo le mie strabilianti performance in PreCalc, sto trovando il mio unico punto debole nella Fisica. Sì, Fisica, sto parlando con te. Sì, Fisica, ti odio. E martedì abbiamo il primo test. Se non lo passo, ho deciso che "droppo" la classe. E magari faccio Ceramica. O il linguaggio dei segni, che può sempre tornare utile.
Il resto tutto ok. Stiamo leggendo 1984. E sì, è noioso. Ma vale la pena ascoltare la teacher di inglese che bestemmia contro un ragazzo, silenziosamente nominando la "parola con le due Z" e poi voltandosi verso di te per chiederti umilmente perdono. E soprattutto vale la pena la faccia del ragazzo quando ti domanda "What did she say?". "It's better if you don't know, darling."
Sto diventando una cuoca provetta. E a dimostrarlo c'è la nostra super-mega-vittoria della Cookies Bake-Off, la settimana scorsa. I nostri cream cheese cookies erano il best del best. Yum! E vale la pena stare nella classe di cucina quando stanno preparando il "sugo" per gli spaghetti (ovvero infilano un vasetto di ketchup nel microonde) e poi si girano verso di te e ti dicono "Tua madre fa il sugo con i pomodori freschi, vero?". E vale la pena rispondere "Sì, la mattina si alza alle sei giustappunto per cogliere i pomodori più maturi nell'orto vicino la nostra casetta e poi, con tanto amore, si dedica alla preparazione della passata."
Sono ufficialmente in Giornalismo. Mr. P. mi ha presentato pubblicamente giovedì. E venerdì abbiamo fatto una specie di giochetto, noi tizietti nuovi, per conoscerci meglio e, appena è arrivato il mio turno, sono partite le domande idiote, tipo "Ma ci sono i cinesi da voi?", "Ma avete le strade?", "Ma le vostre macchine sono tutte Smart?". E di solito respiriamo anche noi italiani. Quando capita, però. Non sempre.
Ho fatto le audizioni per "A Christmas Carol". Ora, qui il teatro è un very big deal. Ecco perchè abbiamo speso 4 giorni di provini, più uno di Call Backs. E domani devo rimanere a scuola fino alle 7 per altri Call Backs. Sono stata called back per il Ghost of Christmas Past and Present, e Mrs. Qualcosa, una tizia ubriaca che da una specie di festa. Vedremo come va. Intanto tutti mi fanno i complimenti per il mio Italian accent. Venerdì un tizio mi fa "I love your accent! What is it?!" E io "Italian." E lui "You're so cute!". Cute. Io. Cute. Io non sono per niente cute. E soprattutto io hate my Italian accent. Uffa.
Sto pensando a cosa altro vi interesserebbe sapere della mia attuale esistenza. Ma non mi viene niente di esilarante.
Oh. Sì. Stanotte ho sognato per la prima volta in inglese. In pure English. Non mezzo Italian e mezzo English. Solo English. Credo che i miei genitori italiani venissero a trovarmi o cose del genere, non mi ricordo. Ma mi ricordo che era in inglese perchè mi sono svegliata subito dopo e ho urlato "I just dreamt in English!" e poi mi sono riaddormentata immediatamente perchè ero troppo stanca per mettermi a ricordare il soggetto del sogno. Ma ho sognato in inglese. A meno che non abbia sognato di aver sognato in inglese. Allora quella è un'altra storia. Anche se significherebbe comunque che ho sognato in inglese sognando di aver sognato in inglese. Ok, scusate. Doveva essere esilarante, non portare allo sclero.
Spero la vostra esistenza vada a gonfie vele. Salutatemi l'Italia. E quando dico "salutatemi l'Italia" intendo "uscite sul balcone della vostra umile dimora e urlate 'Ciao!'". By Francesca. Se volete specificarlo. Altrimenti un saluto generico mi basta. E mi raccomando, se non lo fate verrò a saperlo. In un modo o nell'altro. Sì, in Italia c'è la mafia. Questo non me l'ha chiesto ancora nessuno.
7. Quando ti chiedono di pronunciare "Pizza" e poi tentano di ripeterlo ma senza successo.
8. Lo sguardo innamorato che rivolgono alla bandiera mentre cantano il National Anthem.
9. Le stazioni radio che mandano solo "Uprising" dei Muse, "Dani California" dei Red Hot Chili Peppers, "Lazy Eyes" dei Silversun Pickups, "Lisztomania" dei Phoenix e "Teenage Dream" di Katy Perry. E basta.
1 commento:
I <3 Silversun Pickups.
Comunque l'arrotino ricambia calorosamente e chiede se hai forbici da arrotare o una cucina a gas che perde gas. Perchè lui ha i pezzi di ricambio per le cucine a gas.
Posta un commento