venerdì 13 agosto 2010

California Dreamin'.


Questo sarebbe dovuto essere il mio primo post ufficiale, nonché l’ultimo post italiano. Ma purtroppo il tempo non lo ha permesso e sono quasi giunta a destinazione. Perciò, per raccontare il mio viaggio, dovrò tornare indietro di più di 96 ore (fuso orario permettendo) e scrivere il mio primo post americano.
Siamo partiti da casa lunedì mattina, con dieci chili in più per valigia e un po’ di malinconia nel cuore. Ho dovuto salutare Locorotondo e, per quanto se ne dica, mi mancherà da morire.
Sì, l’ho ammesso.
Mi mancherà la Diana.
Mi mancherà San Rocco.
Mi mancheranno i fuochi a mezzanotte.
Mi mancherà la Villa. E la NOSTRA panchina.
Mi mancherà la Piazza, con gli ultratrentenni che parlano di politica.
Mi mancherà poter parlare in dialetto senza che qualcuno ti dica “What?!”.
Mi mancherà cantare le canzoni in inglese fingendo di conoscere tutto il testo.
Mi mancheranno la Gipippa, la Zucchero e tutte le affiliate.
Mi mancherà la Sud-Est.
Mi mancherà andare a prendere i miei cuginetti per il mercato il venerdì mattina.
Mi mancherà frequentare la gabbia delle giraffe con Vita.
Mi mancherà giocare alla PES con Roberto.
Mi mancherà guardare telefilm con quella “sciancata” di Graziana.
Mi mancherà il malesangue di mamma.
Mi mancheranno le perle di saggezza e i consigli sullo shopping di papà.
And last, but not least, mi mancherà Reazione a Catena, il gioco su Rai 1 che segnava la fine di una giornata e l’inizio di una splendida serata.
Sì, mi mancherà tutto questo. E lunedì mattina me ne sono resa conto. E non ho fatto altro che pensarci. Fino a martedì, quando ho dovuto salutare la mia famiglia e partire sul serio. Visto che siamo in tema devo delle scuse a mia mamma, per il MIO malesangue che ha peggiorato il NOSTRO stato d’animo.
E così il pullman è partito, e siamo rimasti solo io ed i miei pensieri sconnessi.
Pomeriggio di Orientation e il giorno dopo è arrivata la vera partenza.
Ore 12.46: partenza da Fiumicino ed addio all’Italia.
Ore 19.09: arrivo a Los Angeles!
Inutile dire che è tutto come me lo immaginavo, ovvero come si vede nei film: palme lungo qualunque strada, strade intasate dai taxi, messicani ovunque.
Stupendo.
Stamattina invece siamo partiti per il nostro centro locale americano. Io ero ad Oakland e dopo due ore di estenuante attesa per problemi vari connessi con l’aereo, siamo riusciti a partire.
Alle 13.20 siamo giunti a destinazione e siamo stati trasportati in albergo. Qui ho conosciuto Martine, la mia “roommate” per questa notte, una ragazza olandese simpaticissima con la passione per la fotografia con cui sto mettendo in pratica il mio scarsissimo (rispetto al suo) inglese.
Questo pomeriggio siamo state in un centro commerciale enorme, una specie di Fifth Ave. newyorchese a prezzi ridimensionati. Inutile dire che mi sono fatta il mio giro nell’Apple Store (ergo la mia seconda casa) e ho giocherellato un po’ con le figate in prova.
Ora siamo in camera, aspettando la cena e ci rilassiamo un po’.
Ricordate la lista delle cose che mi mancheranno? Bene, oggi pomeriggio, in macchina verso l’hotel, ho avuto la rivelazione: è qui che voglio essere. E’ qui che ho scelto di essere, e non credo di aver mai fatto una scelta più sensata in vita mia. E tutte quelle cose che mi mancheranno (e che mi mancano di già), lo faranno solo per 10 mesi, 10 mesi in cui posso essere un’altra persona, una persona nuova, migliore, con una nuova vita, una nuova casa, una nuova famiglia e dei nuovi amici. Ma con una vita, una casa, una famiglia e degli amici che staranno sempre ad aspettarla dall’altra parte dell’Oceano. E di questo ne sono certa.
Già che ci sono devo ringraziare tutti quelli che ci hanno tenuto a salutarmi prima di partire, quelli che mi continuano ad inviare messaggi su FacciaLibro, quelli che hanno pianto almeno un po’ e soprattutto quelli che non hanno pianto affatto, quelli che si vivranno questi 10 mesi senza di me come se io fossi lì e soprattutto quelli che continueranno serenamente a godersi la loro via.
Vi voglio bene.

TTYS!

F.

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