venerdì 31 dicembre 2010

Happy New Year.

L'altro giorno qualcuno ha parlato di Giugno.
E di me, che torno in Italia.
E mi sono resa conto che sono passati cinque mesi.
E che giusto l'altro giorno le Gnagne stavano festeggiando l'arrivo del 2010 in Piazza Marconi.

Evidentemente ho uno squilibrato modo di acquisire le nozioni spazio-temporali.


Buon Anno a tutti voi,
e cercate di non farlo volare via.

venerdì 24 dicembre 2010

Merry Christmas!




"I want to roll around like a kid in the snow.
I want to re-learn what I already know.
Just let me take flight,
Dressed in red, through the night,
On a great big sled.
I want to wish you merry Christmas,
Ho Ho Ho."

A Great Big Sled - The Killers


Merry Christmas a tutti voi!


Spero di non mancarvi troppo :)



mercoledì 22 dicembre 2010

We Need A Little Christmas.

Ormai per chi ha fatto l'abbonamento a questo blog, è facile realizzare che ci scrivo solo quando non sono a scuola o quando ci sono feste comandate. Natale è entrambe le cose, giusto?
Finalmente la scuola è finita, e con essa anche il teatro (che, lo ammetto, un po' mi mancherà, ma per adesso mi godo la ritrovata libertà). Ho avuto giusto il tempo di realizzare che 130 giorni sono passati, e che sono quasi a metà di quest'esperienza. Wow. E mi sembra ieri che facevo malsangue per far entrare tutto nelle valigie!
Anyway, il tempo vola, i capelli crescono, le unghie si spezzano, e Francesca si ritrova a vivere il Natale in una terra straniera in cui le vacanze finiscono il 2 Gennaio invece che il 6. E già, niente Befana qui. Insomma, avrebbero dovuto inventarla una festa in mio onore da quando sono arrivata, però ancora niente. Vabbè.
Il resto è più o meno uguale: abbiamo decorato un enorme albero all'inizio del mese, e Melissa (la mia mamma) si è dedicata all'addobbamento della casa che adesso sembra quella di Babbo Natale.
L'unica cosa che mancava? Sì, il presepe. Poi ieri abbiamo ricevuto un gigantenormissimo pacco dall'Italia con tanto di statuette e correlati. Inutile dire che ieri pomeriggio mi sono subito data all'allestimento di ciò che per 17 anni ho visto fare a mio padre e che adesso era il mio turno di fare. Il risultato è che non c'è nessuna fantastica fontana d'acqua e manca il nostro lupo nero che di solito affoga nel lago, ma è già un buon inizio per sentirsi a casa.
E yeah, nel gigantenormissimo
pacco c'era anche Lorenzo, il mio amato vocabolario di greco, che finalmente è ritornato dall'Italia ed è salvo nelle miemani. Grazie Santa! Direi che come primo regalo di Natale posso essere abbastanza soddisfatta, anzi, mi accontento solo di lui!
E mentre in casa risuano le Christmas Carols tratte da Glee (o strane canzoni italo-americane con tizi che cercano di augurare buon Natale in una strana pronuncia italiana), noi cuciniamo tonnellate di biscotti (che sono quasi completamente spariti in una sola settimana) e organizziamo feste. Domenica scorsa c'è stata la grande festa dei Muldoons, a cui però hanno partecipato solo adulti e alcuni amici che noi ragazzi avevamo invitato.
C'erano tipo 60 persone, di cui 61 reclamavano di conoscermi e di cui neanche la metà ricordavo i nomi. Ma, essendo io una grande attrice, ho ben finto di essere a conoscenza delle loro esistenze e mi sono messa a disposizione di ulteriori imbarazzanti domande tipo "Ma voi avete il Natale?", oppure "Ma sei sicura di essere Italiana e non Americana?", o le solite care vecchie domande da interrogatorio tipo da quale parte dell'Italia vieni esattamente o che anno discuola frequenti o cosa vuoi fare dopo quest'anno. Che poi, sono d'accordo con le ultime due domande, ma quando qualcuno mi chiede da che parte dell'Italia vengo, io presumo che un po' un po' la
conosca l'Italia.Ma alla fine mi ritrovo a nominare luoghi che la gente non ha mai sentito e finge sorridendo di conoscere per poi passare alla fatidica domanda "Ma voi guidate sulla destra?"
Fortunatamente più tardi sono arrivate Emily e Sarah,che mi hanno salvato da ulteriori momenti di sconcerto. Noi ragazze abbiamo ovviamente richiesto uno sleepover e, con la scusa di dover guardare White Christmas, abbiamo trascorso tutta la notte a parlare. Ma i titoli di quel film sono davvero interessanti, just saying'.
Oh, quasi dimenticavo. Grampa Jack, il papà diPat, è tornato da Chicago per il Natale e domenica mattina mi ha portato a messa con lui, che è stata parecchio strana perchè completamente in inglese (duh!), ma totalmente uguale a quella italiana. Anche le parole erano un'esatta traduzione di quelle italiane, il che mi ha consentito di sussurrare nella mia lingua invece che in inglese.
Intanto vorrei augurare un buon passato compleanno a:
- la mia cuginetta, Floriana che il 12/8 ha compiuto 12 anni e che, ormai, è cresciuta più di me.
- Ornella, che il 12/16 ha compiuto 18 anni. A te, "Orni", che sei una persona splendida e che mi hai insegnato che dietro ogni giorno buio posso trovare un sorriso e che solo impegnandosi si ottiene quel che si vuole.
- Vitalba che il 12/21 ha compiuto 17 anni e che è la persona più onesta e meravigliosa che esista e che mi ha sempre sopportato, anche nei miei svariati momenti di pazzia e acidità.
Purtroppo le mie abilità di scrittrice italiana stanno lentamente svanendo, e già non so più su cosa aggiornarvi.
Vi lascio i link dei blog della mia mamma americana, che è cento volte più brava di me in queste cose.
Questo è il suo blog italiano: http://melissamuldoon.wordpress.com/. E se vi sentite particolarmente coraggiosi, questo è il suo blog in inglese: http://growingfamilymuldoon.wordpress.com/.

sabato 27 novembre 2010

Thanksgiving Day.

Scusate per il silenzio stampa durato quasi un mese, ma non ho avuto un attimo libero. E con questo non alludo al fatto che voi siate meno importanti di tutto quello che mi accade intorno, ma sto lentamente scoprendo che godersi la vita è più bello che raccontarla ai due poveri svizzeri che tentano di decifrare questo blog. Grazie per le mail, i messaggi, i post in bacheca... Grazie per tutto quello che state scrivendo e per il fatto che non vi siete completamente dimenticati di me (voglio credere sia vero!), e scusate se non rispondo alle mail, ai messaggi, ai post in bacheca... Notizia flash: anch'io ho una vita. Assurdo, no? E questa nuova vita mi sta facendo scoprire tante cose sensazionalmente fantastiche. Iniziamo col dire che le prove della play stanno andando abbastanza bene. Figuratevi che martedì Ms. J, invece del suo solito acido commento "I love you accent but you have to project and enunciate", mi ha sparato un bel "You're getting better", al quale sono saltata sulla sedia e per poco non mi sono gettata ai suoi piedi. Se c'è una cosa che ho imparato in questi 104 giorni è che bisogna sempre enunciate. Altrimenti la gente inizia a dirti che il tuo accento è very cute. E questo è abbastanza frustrante.

Anche il QUEST continua normalmente. In questi giorni, sono stata ad Oakland dalla mia consultant, una reporter per il “The Oakland Tribune”, che ovviamente vuole trasferirsi in Italia quando diventa vecchia e parla italiano. Figuratevi se non la trovavo io la giornalista americana mezza italiana. A parte ciò, è una cosa fighissima. Mi ha portato in ufficio (che è “The Office” in scala naturale), con tanto di vista sul traffico cittadino e con i colleghi pazzi che collezionano paperelle di plastica.
Poi l’ho osservata divincolarsi tra le parole della storia più inutile del mondo: l’auto del sindaco di Oakland è stata prelevata (o perlomeno credo si traduca così “booted”) perché non aveva pagato delle multe. Ora, a chi vuoi che interessi scrivere 10 inches su questo fatto? A nessuno, ma lei ha dovuto, e figuratevi che oggi ha pure ricevuto chiamate di lettori che volevano più dettagli sulla storia. Sconvolgente, eh?
In più mi ha presentato un suo collega troppo cool (il cui nome credo fosse Scott, o Chris, a scelta) che è un foreign reporter da vent’anni e che, immaginate un po’, ha vissuto cinque mesi a Bari. Tanto per cambiare. Comunque questo tizio è stato troppo simpatico e abbiamo intrapreso un’intensa discussione filosofica sul significato dei media nella nostra cultura moderna e sul perché studiare greco è molto meglio che studiare statistica.
Ma adesso veniamo a quello che tutti voi aspettavate che io scrivessi. Sì, il mio primo Thanksgiving. Il giorno del Ringraziamento si celebra ogni ultimo giovedì del mese di Novembre in tutti gli Stati Uniti ed è una tradizione che risale ai Padri Pellegrini che abbandonarono l’Inghilterra per andare nel Nuovo Mondo poiché perseguitati per le loro idee religiose. 102 pilgrims, arrivati a bordo della Mayflower, che sterminano i nativi americani per un posto nella nuova terra e poi festeggiano con tanto di tacchino e torta di zucca. Questa sì che è una ricorrenza! È l’inizio del capitalismo, no? (PS: tutte le informazioni storiche varie ed eventuali contenute in questo post derivano dalla forza di volontà della Santa Prof. Ria Bruni, che si è costantemente riproposta di farmi interessare al passato dei popoli, modificandolo, ovviamente, secondo le mie convinzioni strorpiate. Grazie Ria). Anyway, oggi il Giorno del Ringraziamento è un po’ come da noi l’Immacolata. Non religiosamente, ma come senso di inizio delle festività natalizie e dello shopping sfrenato (per maggiori informazioni vedi Black Friday).
La giornata inizia con la tradizionale Macy’s Thanksgiving Day Parade, la sfilata messa in piedi dalla famosa catena di negozi americana, a New York. Quindi questa è stata una scusa bella e buona per godermi un po’ della mia città del cuore e della sua 34esima strada (sorry, Cali, I’m cheating on you). As a wise young man said once “Los Angeles is my wife, but New York is my mistress.” – A.L. E io, non essendoci ancora stata a LA, mi limito a concordare con la parte newyorchese. Con un buon cinnamon roll in mano, ci si gode l’enorme pallone gonfiabile a forma di Spongebob sfilare sulla sfondo dell’Empire State Building, con tanto di Elmo e Dora the Explorer al seguito.
Poi sono cominciati i preparativi per la grande cena: mashed potatoes, stuffing, pumpking pies, bread rolls, cranberry jelly (la cosa più disgustosa della terra, dopo il cocco) e, ovviamente, Tom the Turkey!, di cui, poveretto, sono rimaste solo le ossa.
Pensandoci, credo che i tacchini dovrebbero avere il loro giorno del Ringraziamento e carvare un umano per ogni famiglia di tacchini.
Giusto per vedere se poi la gente è davvero tanto grata per i tacchini. Ora, la cena del Ringraziamento è una cosa pretty big qui ed è considerata una delle poche volte durante l’anno in cui ci si strafoca come maiali fino al giorno dopo.
Mamma, Papà, non abbiamo mangiato neanche la metà di quello che voi cucinate il giorno di Natale. Tanto per dire che noi italiani siamo maiali tutti i giorni, non abbiamo bisogno del “giorno-uccidi-tacchini” come scusa.
Dopo un paio di battute tristissime sul povero Mr. Darcy (per il quale sembra che anche Ryan abbia una piccola cotta), siamo finiti sul divano a guardare “Galaxy Quest”, perché, apparently, ero l’unica persona sul pianeta Terra (e non) a non averlo visto. Ed è stato parecchio divertente, in fin dei conti. Poi gli “uomini” hanno voluto guardare “Robin Hood”, mentre le palpebre di noi giovani pulzelle sono calate al ritmo del tacchino in decomposizione nei nostri stomaci. Ebbene sì, è stata una giornata parecchio figa. My first Thanksgiving. And, hopefully, not the last one.

lunedì 1 novembre 2010

Halloween.

Bene. E’ ora di raccontare il mio primo Halloween. E sperando intensamente, non l’ultimo. Inutile dire che quello che in Italia viene barbaramente chiamato “Halloween”, non si avvicina neanche lontanamente a quello che in effetti è Halloween in America. Halloween negli US è come Natale per noi. E’ una festività sacra. E’ un culto. E’ qualcosa che fa interamente parte della tradizione statunitense. E sì, anche gli adulti si mascherano. Non c’è età per i festeggiamenti (a parte per il trick or treating che è consigliabile fino ad una età media di 18 anni, poi sei davvero troppo vecchio). Inutile dire che ho “carvato” la mia prima pumpkin. Che è stata una figata. Intagliare le zucche è come decorare l’albero di Natale (non so perché continuo a paragonare Halloween a Natale, sono stanca). Ed è incredibilmente più facile di quello che credevo sarebbe stato. In realtà il mio disegno è stato particolarmente semplice: due triangoli come occhi, uno come naso e il merlo di una torre come bocca. Ma c’è gente che si impegna sul serio e ci sono addirittura competitions di carving, con disegni elaboratissimi di pipistrelli, streghe che volano su manici di scopa o gatti neri che dovrebbero portare sfiga.

Domenica sera, poi, siamo andati trick or treating con Michael, Casey, Sarah and Amy, rispettivamente Kermit the Frog, Ms. Piggy, Bo Peep e a little child. What about me? Io ero una Geisha, per la gioia di Vita (a Carnevale dell’anno prossimo prometto che ci organizziamo). Ok. Trick or treating è come nei film. Uguale uguale. Fantastico. Di casa in casa a chiedere candies fino ad averne una borsa piena e 500 mila pounds da prendere nei due giorni dopo. Una mia compagna nella cooking class mi ha spiegato così questa tradizione “Trick or treating means candies. Candies are sugar. Sugar is fat. Americans are fat. That’s why Americans love trick or treating.” Pretty self-explainatory, right? Anyway, anch’io ci ho guadagnato un bustone pieno all’ennesima potenza di calorie e una closer vision delle casette americane e delle tenerissime bimbe vestite da fatine che ricevono sempre il doppio dei dolcetti di una Geisha diciassettenne. Chissà perché.

Ops. Dimenticavo. Venerdì sera, in puro spirito halloweeniano, siamo andati ad Oakland, al Paramount Theatre, un posto troppo troppo figo in cui proiettano vecchi film. Abbiamo visto Dracula. Versione originale degli anni ’30. Con Bela Lugosi. Che, detto tra noi, ha gli occhi più inquietanti/slash/ridicoli dell’universo. Fantastico. Considerando il tizio seduto affianco a Kyle che ci ha regalato degli insetti di plastica che ora giacciono qui accanto a me, è stata una serata piuttosto cool.

I Giants hanno appena vinto la World Series. Che poi, World… solo gli Stati Uniti giocano a baseball. Ma anche World va bene. E diciamo pure che ci volevo io in California per farli vincere dopo 56 anni. Oh yeah.

domenica 17 ottobre 2010

Whatever.

Salve lettori d'oltreoceano e non (e anche voi, 2 lettori russi. Sì, vi ho sgamato. Sì, gente, ho due lettori russi). Buon-quasi-giorno a voi e buona-quasi-notte a me. Dovrei raccontarvi della mia settimana (perchè ho scoperto che aggiorno il mio blog settimanalmente, e sta funzionando), quindi lo farò. Questa volta niente Spirit Week o Homecoming Dances. Una semplice settimana piena di homework e tanto da fare. Sì, faccio finta di essere una donna di mondo di quelle seriamente impegnate. Non lo sono.
Lunedì... Ecco. Non mi ricordo che ho fatto durante la settimana.
Ho preso A+ in PreCalc, se vi interessa. Ma questo è successo Venerdì, quindi scombussola il mio piano spazio-temporale. Ma non importa. Siamo comunque felici che Francesca abbia preso A+ in PreCalc. Soprattutto Francesca herself.
Ho preso 37 su 40 al test di Government. E anche questo era Venerdì (quindi un filo logico lo sto più o meno trovando). Diciamo che so più del governo americano ora di quanto ne abbia mai saputo di quello italiano. E non posso che gioire di questo.
Ho droppato Fisica. Non so se l'ho mai scritto in qualche post. Quindi lo riscrivo. Non sono più una Sheldon da quasi due settimane. E mi sento davvero meglio. Ora sono nel Coro (oh yeah!), che è una figata bestiale e fa troppo Glee (soprattutto quando discutiamo dell'ultimo episodio di Glee). L'unica cosa che manca è Will Schuster. E Sue Sylvester. Ma rimedieremo. Io sono il cinese che nell'ultimo episodio CANTA addirittura, nonostante credevo che non avesse neanche una voce. Credo si chiami Mike Chang. E forse è giapponese. Sì, a scuola sono tutti asiatici, ma devo ancora imparare a distinguere le varie nazionalità. Ci sto lavorando.
Bene. Non so se ci sono altre rilevanti novità. Ieri ho iniziato teatro. Abbiamo lavorato nelle nostre "crews" e io sono in quella del make-up and hair. Quindi stiamo figuring out (non so tradurlo, sorry) make-up and hair per i characters. Domani la mia scene è blocked per la prima volta. Ergo, facciamo rehearsals serie. Ovvero prove. Ok, sto complicando la spiegazione di frase in frase. Scusate.
Stasera siamo andati a cenare in un ristorante cinese, P.F. Chang's, per una restaurant review che devo scrivere per la cooking class. I ristoranti cinesi americani sono completamente diversi da quelli italiani. E qui hanno le scatole da portar via fighe, come quelle dei film. Quindi è stato particolarmente emozionante.
Sono sconvolta. Ho appena realizzato che posso sintetizzare la mia settimana in meno di 400 parole. E' deprimente. Soprattutto se penso che per scrivere 400 parole in inglese ci metto una settimana intera. Diciamo che è stata una settimana un po' moscia. O meglio, normale.
Oh, dimenticavo. Ieri Melissa, Lunette ed io siamo andate a vedere "The Social Network", il film su Facebook. Ok, era carino. Anche se a metà film stavo per addormentarmi perchè il tizietto parlava troppo veloce e capivo sporadiche parole qua e là tipo "Facebook", "money", "billions" e "Harvard". Fortunatamente Justin mi ha tenuta sveglia durante l'altra metà del film.
E ovviamente non ho potuto non commentare questo evento su Facebook. E mi sono resa conto di quanto la tecnologia ci abbia cambiato la vita. E di quanto questo argomento non c'entri nulla con il racconto della mia settimana. E di quanto il mio argomento del Quest potrebbe essere questo invece che un commento improprio su quanto i media influiscano nella nostra visione delle foreign countries. Anche se probabilmente mi stancherei anche di un argomento su Facebook.
Ok, basta. Ho sclerato abbastanza.
Buona settimana a voi. Giuro che questa volta prendo appunti. E scrivo almeno 600 parole nel prossimo post. Giuro.


10. Le ragazze tutte impettite e perfette che dopo essersi slurpate un Jamba Juice esplodono in un rutto da camioniste. E non se ne vergognano. Questa è l'America.
11. Le donuts di prima mattina. Soprattutto quelle a forma di pumpkin di Halloween.
12. Le persone che ti dicono "Vorrei sposarti così i nostri figli avrebbero il tuo accento" senza riflettere che non è genetico. Vi ammiro, ugualmente.

domenica 10 ottobre 2010

Homecoming.

Mi sono svegliata da un pisolino di due ore perchè sono partiti i Tokio Hotel nelle mie orecchie. Non chiedetemi neanche perchè io abbia i Tokio Hotel sul mio iPod. Sì, me ne vergogno. E questo lieto risveglio me lo merito tutto perchè è ora di ordinare la mia libreria di iTunes. Ma prima vi racconto un po' delle mie vicissitudini.
Bene, cominciamo col dire che questa settimana era la Spirit Week. Che cos'è la Spirit Week? La Spirit Week è la settimana che precede l'Homecoming Dance. Che cos'è l'Homecoming Dance? L'Homecoming Dance è il primo ballo dell'anno, che segna il ritorno a scuola degli studenti e riporta loro un po' dello "spirito" scolastico perso durante l'estate.
Durante la Spirit Week, gli studenti si vestono a tema rispetto al loro Grade. Iniziamo col dire che non mi ricordo i temi di tutte le classi, quindi mi scuso per la "lack of information" di questo post, ma posso con certezza dirvi cosa noi seniors abbiamo fatto.
Lunedì era il "Senior Citizens Day", ovvero il giorno in cui tutti i seniors si vestono da "vecchietti" e guardano in faccia il loro futuro più prossimo (sì, è un po' deprimente). Sono arrivata a scuola lunedì mattina vestita da comune mortale perchè non avevo avuto il tempo di preparare un outfit il giorno prima e mi sono resa conto che è la mossa più sbagliata che si possa fare durante una giornata della Spirit Week. C'era gente sulla sedia a rotelle, con bastoni intarsiati alla mano, bigodini tra i capelli e le vestaglie più strampalate del mondo. Assurdo. Per qualche minuto mi sono chiesta se fossero impazziti tutti (perchè in Italia, specialmente al TITO LIVIO, è una cosa che non faremmo assolutamente mai), poi mi sono resa conto di quanto la gente credesse in quello che faceva e di quanto fosse normale per loro.
Quindi ho deciso di vestirmi il giorno dopo, martedì, che era il "Throw Back Day" e noi seniors ci saremmo dovuti vestire come se fossimo arrivati da un'epoca diversa, una qualunque (evitando i dinosauri, però). Prendendo in prestito un outfit almost perfect da un'amica di Melissa, sono diventata in men che non si dica una hippie coi fiocchi ed è inutile dire che ho ricevuto altri due "cute" come risposta alla mia decisione di partecipare allo spirito irvingtoniano. Sì, sono cute. Ma let's move on.
Mercoledì era il "Class T-shirt Day", quindi è bastato indossare la mia maglietta da senior ed ero pronta. Giovedì, invece, era il "Senior Day". Durante la settimana, ogni Grade ha avuto una giornata (Lun: Juniors; Mar: Sophomores; Mer: Freshmen), ovvero ci si veste secondo il theme della propria classe, che è anche un cartone della Pixar (Juniors: "The Incredibles"; Sophomores: "Up"; Freshmen: "Monsters & co."). Noi Seniors abbiamo "Toy Story 3", quindi è bastata una camicia a quadri e un pupazzo di Woody trovato in garage per simulare un outfit abbastanza rispettabile. Durante la propria giornata, ogni classe deve preparare una skit, ovvero una specie di scenetta riguardante il cartone che è il theme della classe, e un dance, ovvero una piccola coreografia. Inutile dire che la nostra skit era la migliore e che il nostro dance era stupendo. Anche perchè TUTTI i senior, e dico proprio TUTTI, sono scesi dalle gradinate per ballare, quindi è stato davvero divertente.
Venerdì, invece, era lo "Unity Day", quindi tutti ci siamo vestiti di blu o bianco, ovvero i colori della scuola e dopo le lezioni ci siamo riuniti nella gym per la "pep rally", ergo la usuale assemblea che precede i balli. Durante la rally è stata presentata la Homecoming Court, ovvero i cinque nominees per il titolo di "Homecoming King" e le cinque nominees per "Homecoming Queen".
Ma ora passiamo a raccontare quello che tutti voi stavate aspettando che io raccontassi. Ebbene sì, l'Homecoming Dance. Meglio conosciuto come "il primo ballo americano di Francesca". O ancora meglio conosciuto come "il primo ballo di Francesca in assoluto". Inutile dire che ero gasata a morte. Nonostante il vestito fosse cortissimo e mi sentissi nuda, e non sapessi cosa aspettarmi da tutta la situazione. Dopo un'attenta preparazione e una accurata scelta di jewelry (thanks to Melissa, che si è sicuramente impegnata più di me), ci siamo dirette a casa dei Rawlins, dove Mark, il papà di Lauren, aveva preparato un fantastico salmone che abbiamo divorato velocemente per poi dirigerci al ballo.
E poi è successo. Mi sono ritrovata al mio primo ballo americano. Ed è stato tutto così strano. Avete presente i milioni di balli americani raccontati nel film? Bene, non è neanche lontanamente così. O perlomeno un po' lo è, ma non completamente. Iniziamo col dire che le ragazze comprano scarpe da 100 dollari per poi gettarle nel primo sacchetto e dirigersi verso la pista da ballo totalmente scalze. Ora, immaginate la mia faccia quando Lauren mi fa "Non ti togli le scarpe? Vuoi davvero ballare tre ore sui tacchi?". Sì, oltre ad avervi sconvolto per il fatto che indossavo dei tacchi, ho sconvolto me stessa e mi sono tolta le scarpe, perchè tutti lo facevano. Ma non ho realizzato quanto fosse normale fino a quando non ho messo piede in palestra e mi sono resa conto che un enorme materassino ricopriva l'intero pavimento, in modo che le ragazze potessero ballare scalze. Sono rimasta sconvolta. Era la cosa più intelligente che io avessi mai visto. Sì, gli americani sono davvero ingegnosi. Quindi sono iniziate le danze. Sì, ho ballato per tre ore di fila. E non ero neanche lontanamente stanca quando alle 10 la musica si è spenta. E come in tutte le favole, Cenerentola si è diretta veloce a casa prima che la sua carrozza si trasformasse in zucca. E poi è finalmente ritornata una zucca anche lei (con jeans e felpa XXXL in coordinato con le federe), scatenando un "Oh!" di delusione della sua mamma americana, che per un po' ha enjoyed avere una figlia quasi femmina.
E questo è stato il mio primo ballo. Yeah for me.
Ieri, sabato, ricorreva il mio "montiversary". Due mesi che sono qui. Non fiori, ma opere di bene, Grazie.
Ieri sera siamo stati alla partita di football dell'Homecoming, in cui veniva incoronata la regina. Ops, dimenticavo. Al ballo è stato incoronato il re, che è finito con l'essere Steven, il figlio di Jenny, la mia babysitter quando Mel e Pat erano in Italy. Quindi hurra! per Steven. Dopo una entusiasmante sconfitta, ci siamo consolati con un carrellata di episodi di Ugly Betty, che guarisce sempre tutto.
E questa è stata la mia Spirit Week. In cui ho scoperto un altro po' del mio spirito americano. E ormai mi sento un po' una di loro e meno una "foreign exchange student".
Questa settimana mi hanno chiesto perchè mi piace vivere qui. Non so mai rispondere quando me lo chiedono. Perchè mi piace tutto. Mi piace svegliarmi la mattina e sentire il silenzio intorno invece che il suono dei clacson di Piazza Marconi. Mi piace dormire in macchina con Michael mentre aspettiamo che suoni la campanella. Mi piace la mia PreCalc class e il non saper più dire "radice quadrata" in italiano se non dopo averci pensato a lungo. Mi piace fare i compiti in biblioteca e tornare a casa alle tre. Mi piace la cena alle sei e guardare Glee tutti insieme. Mi piace andare a dormire e sapere di aver fatto cose che in Italia non avrei mai potuto fare.
Mi hanno anche chiesto se mi mancano la mia città, la mia famiglia e i miei amici. E sì, ho risposto che mi mancano. Ma per ora sto lavorando per farmi una città, una famiglia e degli amici nuovi. Consepevole che quelli vecchi resteranno sempre lì, ad aspettarmi.
Work in progress. Sto lavorando per me.

domenica 26 settembre 2010

Un Aggiornamento Gratuito.

Bene. E' arrivato il momento di aggiornare questo blog che più sciatto non si può. Nonostante abbia un sonno pazzesco (dovuto al terribile amount di calorie e grassi saturi ingerito durante questa giornata) e la sfida contro la Physics sia ancora aperta (30-17, per niente male), scriverò un po' giusto perchè sono troppo magnanima e voglio condividere con voi, poveri mortali intrappolati nella monotona routine italiana, la mia fantastica e super-fighissima vita californiana.
Iniziamo col dire che Pat e Melissa sono partiti due settimane fa per la loro tanto attesa vacanza in Italy, quindi è da ben 15 giorni che non ho dei genitori americani (e ben 45 giorni che non ho genitori italiani, sì, mi sento un po' orfana). Jenny, un'amica di Melissa, si sta prendendo cura di noi piccoli profughi e ci fornisce cibo e tanto affetto. E soprattutto, tanto baseball. Domenica scorsa è stata la volta dei San Francisco Giants che hanno giocato contro una squadra dal nome impronunciabile che faceva davvero schifo. Sì, abbiamo vinto. E credo di aver finalmente compreso tutta la "baseball thing". Sì, persino le regole. E no, se mi chiedete quali sono, non vi saprei rispondere. Ma dentro di me le ho acquisite. Giuro. Almeno adesso capisco perchè la gente gioisce oppure urla "Oh Nooo!". Quindi è un grande passo avanti. Oggi invece siamo state all'ultima partita della stagione degli A's. Che giocavano contro i Texas Rangers. Una squadra troppo forte. Sì, abbiamo perso. E' stato deprimente.
Purtroppo anche la scuola continua. E dopo le mie strabilianti performance in PreCalc, sto trovando il mio unico punto debole nella Fisica. Sì, Fisica, sto parlando con te. Sì, Fisica, ti odio. E martedì abbiamo il primo test. Se non lo passo, ho deciso che "droppo" la classe. E magari faccio Ceramica. O il linguaggio dei segni, che può sempre tornare utile.
Il resto tutto ok. Stiamo leggendo 1984. E sì, è noioso. Ma vale la pena ascoltare la teacher di inglese che bestemmia contro un ragazzo, silenziosamente nominando la "parola con le due Z" e poi voltandosi verso di te per chiederti umilmente perdono. E soprattutto vale la pena la faccia del ragazzo quando ti domanda "What did she say?". "It's better if you don't know, darling."
Sto diventando una cuoca provetta. E a dimostrarlo c'è la nostra super-mega-vittoria della Cookies Bake-Off, la settimana scorsa. I nostri cream cheese cookies erano il best del best. Yum! E vale la pena stare nella classe di cucina quando stanno preparando il "sugo" per gli spaghetti (ovvero infilano un vasetto di ketchup nel microonde) e poi si girano verso di te e ti dicono "Tua madre fa il sugo con i pomodori freschi, vero?". E vale la pena rispondere "Sì, la mattina si alza alle sei giustappunto per cogliere i pomodori più maturi nell'orto vicino la nostra casetta e poi, con tanto amore, si dedica alla preparazione della passata."
Sono ufficialmente in Giornalismo. Mr. P. mi ha presentato pubblicamente giovedì. E venerdì abbiamo fatto una specie di giochetto, noi tizietti nuovi, per conoscerci meglio e, appena è arrivato il mio turno, sono partite le domande idiote, tipo "Ma ci sono i cinesi da voi?", "Ma avete le strade?", "Ma le vostre macchine sono tutte Smart?". E di solito respiriamo anche noi italiani. Quando capita, però. Non sempre.
Ho fatto le audizioni per "A Christmas Carol". Ora, qui il teatro è un very big deal. Ecco perchè abbiamo speso 4 giorni di provini, più uno di Call Backs. E domani devo rimanere a scuola fino alle 7 per altri Call Backs. Sono stata called back per il Ghost of Christmas Past and Present, e Mrs. Qualcosa, una tizia ubriaca che da una specie di festa. Vedremo come va. Intanto tutti mi fanno i complimenti per il mio Italian accent. Venerdì un tizio mi fa "I love your accent! What is it?!" E io "Italian." E lui "You're so cute!". Cute. Io. Cute. Io non sono per niente cute. E soprattutto io hate my Italian accent. Uffa.
Sto pensando a cosa altro vi interesserebbe sapere della mia attuale esistenza. Ma non mi viene niente di esilarante.
Oh. Sì. Stanotte ho sognato per la prima volta in inglese. In pure English. Non mezzo Italian e mezzo English. Solo English. Credo che i miei genitori italiani venissero a trovarmi o cose del genere, non mi ricordo. Ma mi ricordo che era in inglese perchè mi sono svegliata subito dopo e ho urlato "I just dreamt in English!" e poi mi sono riaddormentata immediatamente perchè ero troppo stanca per mettermi a ricordare il soggetto del sogno. Ma ho sognato in inglese. A meno che non abbia sognato di aver sognato in inglese. Allora quella è un'altra storia. Anche se significherebbe comunque che ho sognato in inglese sognando di aver sognato in inglese. Ok, scusate. Doveva essere esilarante, non portare allo sclero.
Spero la vostra esistenza vada a gonfie vele. Salutatemi l'Italia. E quando dico "salutatemi l'Italia" intendo "uscite sul balcone della vostra umile dimora e urlate 'Ciao!'". By Francesca. Se volete specificarlo. Altrimenti un saluto generico mi basta. E mi raccomando, se non lo fate verrò a saperlo. In un modo o nell'altro. Sì, in Italia c'è la mafia. Questo non me l'ha chiesto ancora nessuno.

7. Quando ti chiedono di pronunciare "Pizza" e poi tentano di ripeterlo ma senza successo.
8. Lo sguardo innamorato che rivolgono alla bandiera mentre cantano il National Anthem.
9. Le stazioni radio che mandano solo "Uprising" dei Muse, "Dani California" dei Red Hot Chili Peppers, "Lazy Eyes" dei Silversun Pickups, "Lisztomania" dei Phoenix e "Teenage Dream" di Katy Perry. E basta.

giovedì 16 settembre 2010

Dedicato a te.


"Time slips away
and the light begins to fade
and everything is quiet now.
Feeling is gone
and the picture disappears
and everything is cold now.
The dream had to end.
The wish never came true.
And the girl starts to sing.


Seventeen seconds.
A measure of life
."


("Seventeen Seconds" - The Cure)


Anche se sono 17 Years e non Seconds,

AUGURI, Vì.

Ti voglio bene.

F.

domenica 12 settembre 2010

Go A's!

Sono appena tornata dalla mia prima partita di baseball. Oakland Athletics vs Boston Red Sox. Ovviamente noi tifiamo per gli A's. Sì, il baseball è noioso. Ma noiosamente rilassante. Quindi mi sono goduta quasi tre ore di pensieri rilassanti intervallati da balletti per cheer up la squadra e urla di gioia o dolore.
Abbiamo perso. Probabilmente perchè non ho dato il meglio delle mie capacità da cheerleader. Oppure perchè abbiamo perso e basta. Comunque è stato figo. Mi sono sentita un po' americana. Sapete, hot dog in una mano, Pepsi nell'altra, tizi in uniformi colorate che tentano di colpire una pallina con una mazza... That's America. And I'm lovin' it.















Ecco la mia lista delle tre cose per cui vale la pena di essere qui:
4. Le targhe personalizzate e la scritta "California" su ognuna di esse, che fa sembrare tutto un po' più vero.
5. La gente che rischia la vita per acchiappare una foul ball.
6. L'assenza di Smart. E, oserei dire, l'assenza di Hello Kitty. Ergo, l'assenza di Smart di Hello Kitty.



"What's a ball game to make us feel like this?"
("Underworld: Prologue" - Don Delillo)

venerdì 10 settembre 2010

Don't Stop Believing.

Buonasera! Scusate per la mancanza di aggiornamenti, ma l'inizio della scuola ha avuto ripercussioni anche sulla mia "web-life". Ok, vi aggiorno un po' sulla scuola. PreCalc tutto ok. La settimana prossima faremo il primo test, suppongo. Ma nessun problema finora.
Government è ok. La teacher mi fa domande idiote (dalla mia prospettiva) tipo "Ma voi avete il Presidente?". E sì, io avrei voluto negare. Ma purtroppo ho assentito. E mentre parlavamo della popolazione degli Stati, la tizia ha fatto riferimento a Città del Vaticano, che con i suoi 921 abitanti non raggiunge neanche la metà degli studenti nel nostro campus. Immaginate solo le domande nate da questi dati tipo "Dov'è Città del Vaticano? Ci sei mai stata? C'è il papa?". Ma la domanda assolutamente più assurda che mi hanno fatto in questi giorni è stata "Ma voi avete le High Schools in Italia?". La prossima sarà "Ma usate i bagni o la fate nei boschi?".
Fisica va sempre peggio. Insomma, adesso capisco più o meno e l'altro giorno ho risolto 35 problemi su 40. Ma oggi abbiamo iniziato a fare i vettori. E per fare i vettori devi aver studiato seno, coseno e quelle cose brutte. Che io non ho studiato. E il prof. ha detto che se non sai fare i vettori puoi anche "drop the class". Quindi o droppo la classe o mi metto sotto e mi studio da sola le cose che non ho mai studiato e che qui danno per scontate. Che felicità.
English è ok. Anche Cucina. Oggi abbiamo cucinato per la prima volta. Indovinate cosa? Sì, focaccia. Figurarsi un po'. La ricetta era totalmente diversa dalla mia e quando la teacher è venuta a chiedere se avesse passato il test, ho mentito spudoratamente. Comunque non era per niente male. La settimana prossima abbiamo una gara di biscotti. Yes.
Journalism un bordello. Ho scoperto due giorni fa che non ero "supposed to be" in quella classe perchè i ragazzi nuovi che ci sono hanno fatto un test ad Aprile per essere ammessi, e mi sono improvvisamente resa conto che ci sono almeno altri 10 ragazzi in classe che non fanno nulla (di cui due sono cheerleaders). Ecco quando ho realizzato che avrei dovuto seriamente drop the class. Così mi sono fatta coraggio e sono andata a parlare con Mr. P., che mi ha gentilmente spiegato come stanno le cose e poi si è confessato, e mi ha detto che lui vorrebbe davvero tanto che io rimanessi nella classe perchè farebbe bene non solo a me ma anche agli altri ragazzi. Così è riuscito a convincere la vice-preside, spiegandole che comunque ad Aprile non avevo idea della scuola che avrei frequentato e delle classi che avrei voluto seguire, e per di più sono una Senior, e sono italiana, e sono fighissima (no, questo punto l'ho aggiunto io). Quindi Giornalismo è confermato. Ma per ora è tutto segreto perchè Mr. P. non vuole che gli altri ragazzi lo sappiano fino a quando la classe non si sarà stabilizzata e staremo solo tra noi e noi.
Stamattina c'è stata la prima Rally, che è una specie di nostra Assemblea d'Istituto, però fantasticamente meglio organizzata e moltissimo più divertente. First of all: National Anthem, ergo Francesca is crying. Poi l'esibizione delle cheerleaders (che non sono brave quanto le Cheerios di Sue) e infine i vari "rallies" sono una specie di giochetti per intrattenere la folla, tipo cercare un Gummy Bear in un piatto di panna montata o scoppiare i palloncini scontrandosi con le pance di altre persone. In conclusione, una cosa parecchio divertente.

Ho deciso che in ogni post scriverò 3 motivi per cui sono felicissima di essere qui. Quindi eccone 3:
1. Le bandiere americane fuori dalle case di chiunque.
2. Ascoltarli pronunciare "MACARONI" totalmente convinti che sia una parola italiana e intimamente pensare al fatto che non riusciranno mai a dire "MACCHERONI".
3. Le luci della coda di macchine sulla Freeway che è così lunga ed apparentemente lontana da sembrare un'unica striscia luminosa.

E questa è stata la mia settimana. Più o meno. Diciamo la mia settimana scolastica, perchè non c'è stato poi tanto tempo per fare altro in realtà. A parte guardare Glee. Che crea una dipendenza spaziale. Ormai siamo addicted da Glee. Ed è proprio ciò che stiamo guardando mentre scrivo.
Don't stop believin'!





sabato 4 settembre 2010

Three Weeks And What Happened In Between.

Tre settimane che sono qui. E tre giorni di scuola superati. Più o meno intera. Iniziamo col dire che la figlia della mia insegnante di inglese si chiama... sì, Francesca. Che fantasia. Frankie per gli amici, perchè Francesca è troppo lungo. Quindi Mrs. MJ ha iniziato a chiamarmi Frankie. E credo che per questo motivo abbia un debole per me. E' simpatica. Mi saluta con un "Ciao Bella!" quando arrivo e un "Arrivederci!" quando vado via. Ieri abbiamo scritto la prima composition: una lettera formale alla teacher riguardo noi stessi, il nostro modo di studiare, ecc ecc. Fortunatamente ho fatto il First, altrimenti non avrei saputo da dove cominciare. E' andata bene. Nonostante sia tutto così diverso anche nel modo di scrivere: ho dovuto cambiare la mia scrittura e renderla più simile ad un "average American kid" perchè la mia scrittura normale sarebbe risultata incomprensibile ai più; si scrive solo su un lato del foglio, l'altro si lascia in bianco, e una riga sì e una no. Ciò significa che se scrivi due pagine, in realtà ne hai scritta solo una. Ho scritto 378 parole. Sono soddisfattissima perchè il minimo era 300.
Precalc non è andato poi così male. Avevo sbagliato la metà degli esercizi ma perchè non avevo capito la traccia. Solo che ci ha assegnato compiti sulle funzioni che il teacher da per acquisite dallo scorso anno. Io non so neanche come "funonziano" le funzioni. Quindi me le devo studiare per conto mio. In inglese.
Durante l'ora di Fisica ho avuto il mio primo momento di sconforto in tre settimane che sono qui. Non perchè non capissi (perchè capisco) nè perchè non sapessi le risposte alle domande del Prof. (perchè sono tutti argomenti che ho già studiato) ma perchè le mie risposte sono in italiano. E non ho idea di come tradurle in inglese. Sono entrata in panico e mi sono chiesta per la prima volta "What the heck am I doing here?".
Gov and Eco va parecchio bene. La Prof. mi ha detto che è amica di Mrs. MJ quindi sa già tutto di me. Bene, magari Mrs. MJ le trasmette il suo debole per me. Ieri ci ha fatto colorare una cartina degli Stati Uniti e scrivere i nomi degli Stati. E' assurdo quanto ci tengano a questa cosa. Io non credo di aver mai fatto una cosa del genere con la cartina dell'Italia dopo la Prima Elementare. Infatti non so neanche quante sono le regioni italiane. Comunque è stato simpatico.
Cooking Class va tutto ok. Nel mio gruppo ci sono un giocatore di football e due cheerleaders che non fanno nulla per tutti i 53 minuti di lezione. Fortunatamente ci sono altre due ragazze normali e parecchio simpatiche, Renée e Melissa. Forse è anche meglio che non facciano nulla i tizi. Evitano danni.
Ma ora passiamo a l'unica classe che mi risolleva sempre il morale. Journalism. Inutile dire che ieri sono uscita velocissimamente dall'aula di Cucina e mi sono fiondata nella 101A. C'eravamo solo io e Mr. P. Forse era anche un po' evidente la mia corsa da atleta professionista. Comunque mi ha chiesto un po' di cose (tutto tranne le solite domande idiote tipo "Da che parte dell'Italia vieni?" oppure "Vorrei tanto andare in Italia!") e poi mi ha chiesto se mi avevano già parlato del QUEST (una specie di esame finale che tutti i Senior devono affrontare per ottenere la graduation) e io gli ho risposto che sì, me ne avevano parlato e che in poche parole stavo già iniziando a farmela sotto. E lui si è offerto come mio tutor. Cioè, ci credete? Si è offerto come mio tutor. Per il mio QUEST. Credo di amarlo. Sì, ho appena deciso che lo amo e che gli sarò eternamente grata. In classe mi chiamano la "foreign exchange student". E ogni volta lui urla "Francesca, guys!". Poi si gira verso di me e mi chiede scusa. La cosa è deprimente. Ma lui è carinissimo.
Ora tre giorni di vacanza perchè lunedì è il Labor Day (una specie di nostro Primo Maggio). Domenica diamo un barbecue qui a casa. Vai con le costolette!

mercoledì 1 settembre 2010

1st Day of School.

Ore 6.00: sveglia.

Ore 6.30: colazione e caffè per il risveglio definitivo.

Ore 7.05: partenza.

Alle 7.20, Michael ed io eravamo ancora per strada con un traffico micidiale. Michael ha detto che solo il primo giorno è così, perchè tutti i genitori accompagnano i figli, ecc ecc. Anyway, siamo arrivati giustappunto in tempo per parcheggiare, abbracciarci con solidarietà reciproca e velocemente separarci, ognuno alle rispettive classi. Ho trovato subito la mia prima aula (anche perchè mi ero fatta la mappa): PreCalculus. Quasi tutti già dentro, mi siedo (ultimo posto in fondo a sinistra, nonchè il primo che ho visto libero) e suona la campana. Il teacher, Mr. L., è appena tornato ad insegnare perchè ha da poco combattutto il cancro ed è un tizietto sulla sessantina simpaticissimo. Mi piace un sacco. Ha fatto l'appello ed io mi sono presentata come una "Italian exchange student" e dalla classe è venuto fuori un corale "Oooooh! So cool!" e io "Sì, come no...". Mr. L. ha iniziato a parlare del fatto che è stato in Italia tre anni fa, in Toscana, e che noi chiamiamo l'air conditioner "air cool", because is coooool, e che in realtà se ti dicono che in macchina c'è l'"air cool" devi aprire subito il finestrino. Non ho esattamente capito dove stava la battuta, ma ho riso per educazione e siamo andati avanti. Ha spiegato un po' in cosa consiste PreCalc e ha detto che devi aver sostenuto Algebra 2/Trigonometry l'anno prima. Ora, fino all'algebra 2 ci arrivo, ma trigonometria che faccio?! Già mi sto spaventando. Vabbè, passiamo alle cose degne di nota. La tizia davanti a me mi ha chiesto qualcosa verso la fine della lezione ed io ho capito "Are you enjoying the experience?". Ma lei ovviamente ha chiesto tutt'altro, precisamente "What class do you have next?". Ok, non prendetemi in giro. C'era troppa gente che parlava, non so perchè non ho capito un accidente. Prima figura di popò. E fine primo period.

Mi sono dileguata verso il mio armadietto. Che ovviamente non sono riuscita ad aprire. Quindi libro in spalla e mi sono fatta coraggio verso la classe successiva, in un corridoio sperduto dall'altra parte della scuola. Arrivo là e, toh, mi hanno spostato l'aula. Quindi sono dovuta correre dall'altra parte della scuola (esattamente dov'ero prima) ed entrare nell'aula giusto in tempo per il suono della campana. Anche questa volta ultima fila a sinistra. Governament and Economics. La teacher, Mrs. E., è una tizia sulla trentina molto carina, bei capelli. Viene dalla Washington High School (la acerrima rivale della Irvington), quindi non conosce nessuno e si perde continuamente (mi ricorda qualcuno...). Ci ha fatto scrivere i quattro outcomes della IHS (ovvero i quattro pilastri che tutti i senior dovrebbero conoscere, tranne i poveri exchange students come me). Fortunatamente sono scritti sul retro dell'agenda. Quindi li ho copiati. Lo so, non sono fiera di quello che ho fatto, ma adesso li ho imparati. Abbiamo fatto un gioco terribilmente poco divertente per conoscerci, in cui dici il tuo nome e qualcosa che ti piace facendo il gesto che la indica, e quando arriva il tuo turno devi ripetere i nomi di tutti gli altri con le cose che piacciono a loro. Ero la sesta. Quindi è stato abbastanza facile. Ovviamente mi sono presentata come una "Italian exchange students" e sono partiti i boati e gli applausi (no, NON scherzo) anche qui. Alcuni ragazzi mi hanno chiesto se ero la sorella di Michael e poi ho scoperto che sono suoi compagni di waterpolo. Niente figure di popò, tutto abbastanza liscio. Fine secondo period.

Physics. Entro nell'aula perfettamente in orario questa volta e mi siedo in prima fila, sulla sinistra. Il teacher, Mr. K., è un indiano piccoletto sulla sessantina e parla a voce bassissima. Damn it. Ha iniziato a chiederci cosa fosse la Fisica e tutti muti. Siamo giunti alla conclusione che la Fisica era lo studio di qualcosa. Ma di che cosa? Ed ecco che ho fatto appello al mio spirito classicista e boom: Fisica dalla parola greca Phys, che significa natura. E gli ho sparato un bel "Nature!". Ed era ovviamente corretto. Poi ha iniziato a dire che veniva da una parola greca o latina (non si ricordava) che si pronuncia "Fisicòs" e io avrei voluto urlare "Fiiiusicòs, ignorante!". Ma non l'ho fatto. Immaginate la mia soddisfazione poi quando lui fa "Le unità di misura che useremo sono i centimetri, i kilogrammi e i gradi Celsius, quindi sarà un po' difficile per voi". Credo che questa sia stata la parte più meravigliosa della giornata. Mi sono sentita improvvisamente realizzata. A fine lezione sono rimasta a parlare con Mr. K. e lui era particolarmente sorpreso del fatto che io fossi italiana perchè secondo lui parlo "a very good English". Già. Sicuramente. Ha detto che sua figlia vuole trasferirsi in Toscana. Non riesce a capire perchè io sia venuta negli Stati Uniti. E allora gli ho chiesto "Perchè tua figlia vuole trasferirsi in Italia?". Fine terzo period.

Lunch. O meglio, brunch. perchè alle dieci meno un quarto di mattina non puoi chiedere tanto. Siamo andati nel courtyard con Lauren e Devon e poi ci hanno raggiunto Michael e Casey. Coretti da stadio perchè "You wish you were a senior!" e poi next class. English 12. Che fortunatamente ho con Lauren. La teacher, Mrs. M.J., è una tizia magrolina sulla sessantina, con capelli più bianchi della neve. Sembra acida. Ci ha assegnato i posti in ordine alfabetico (figurarsi se non sto al primo banco)e poi abbiamo rifatto lo stupido gioco dei nomi e delle cose che ci piacciono. Dopo la lezione, sono andata a parlare con Mrs. M.J. che mi ha confessato le sue origini italiane e il fatto che quando bestemmia in classe lo fa in italiano, quindi si è scusata in anticipo per quello che dirà e che solamente io capirò. Mi ha salutato con un "Ciao bella!". Figurarsi se non dovevo trovare un'italiana come insegnante di inglese. Fine quarto period.

Culinary Arts 2. Non so come ho fatto ad arrivare nell'aula perchè ad un certo punto mi sono completamente persa e poi mi sono ritrovata davanti all'aula 54, così, per magia. Sono entrata e mi sono seduta ad un tavolo vicino ad altre due ragazze che sembravano sperdute quasi quanto me. Ho ovviamente scoperto che una di loro ha dei nonni italiani. Diamine! Sarei stata più americana se fossi rimasta in Italia, probabilmente. La teacher, Mrs. P., è una tizia sulla sessantina con una voce stridula come una campana. Mi ha detto che potrò utilizzare qualche ricetta italiana, ma mi insegnerà soprattutto ricette americane e messicane. Va bene. Fine quinto period.

Inizio del period migliore. Journalism. Ovviamente mi sono persa di nuovo e questa volta mi sono fatta coraggio e ho chiesto informazioni ad una ragazza gentilissima che mi ha indicato l'aula. Sono entrata e l'ho visto. L'uomo della mia vita. Avete presente Will di Glee? Ecco Mr. P.. Alto, magro, sulle trentina, occhiali da nerd, penna all'orecchio ed un fantastico sarcasmo. E per di più è un giornalista. Mi sono presentata di nuovo come una "Italian exchange student" e di nuovo un boato si è alzato tra la folla. La prossima volta mi faccio pagare per firmare autografi. Ha spiegato un po' come funziona la classe e che uscirà un numero del giornale non ho capito ogni quanto e che domani sceglieremo i nostri ruoli. Sto seriamente pensando di fare l'Editor, ovvero quello che si occupa della grafica e roba così, che magari è più facile del dover scrivere articoli in inglese. Vedremo. Ogni mattina avremo una sessione di brainstorming. Io ancora non ci credo. Questa è assolutamente la classe più figa di tutte. Fine sesto period.

E fine anche dell'estenuante primo giorno alla Irvington High School di Francesca, also known as the Italian exchange student. Ero così sfinita che se qualcuno mi avesse chiesto di parlare in italiano, probabilmente non sarei stata capace di farlo. Mi ci è voluto un pisolino e tre ore di intenso lavoro psicologico per riprendermi. Ora mi bastano otto lunghe ore di sonno e almeno trenta minuti di preparazione spirituale per affrontare il secondo giorno. E potrei addirittura prendermi il weekend libero per riflettere su come sopravvivere un intero anno.

111 giorni alle vacanze di Natale. Go Francesca!

domenica 29 agosto 2010

San Francisco 2. La Vendetta.

Oggi sono esattamente due settimane che sono qui. Due settimane, e ancora così tanto da vedere, da fare, da provare. Ma oggi abbiamo cominciato il nostro "California Family Tour", inaugurandolo, ovviamente, con la meravigliosa San Francisco.
Durante il viaggio ognuno ha condiviso la propria musica, proponendo qualche canzone dai rispettivi iPhone e, insieme alle note, un po' della propria vita. Il tour è iniziato con l'attraversamento del Bay Bridge e poi, finalmente, del Golden Gate Bridge. Abbiamo guidato sulle Marin Headlands e da lì ci siamo goduti il panorama della baia, abbiamo fatto le foto di rito e conosciuti dei simpaticissimi turisti provenienti da qualunque parte del mondo. Sono ufficialmente giunta alla conclusione che sono proprio un buonissimo argomento di conversazione. Mi fa piacere.
Dopo aver attraversato le ripidissime strade di San Francisco, ci siamo diretti a Little Italy, per gustare un po' della nostra cucina. Il ristorante si chiama Piazza Pellegrini, proprio all'entrata di Columbus Street, ed è inutile dire che il proprietario ha immediatamente riconosciuto la mia nazionalità. Inconfondibile. E deprimente. Uffa. Credo che ci vorrà ancora un po' prima che mi scambino per una comune americana. Anyway, abbiamo gustato le nostre pizze (particolarmente buone) e i nostri dessert italiani, mentre io mi sentivo un po' come tornata a casa di nuovo. Strano.
Ma se prima credevo di dovermi lamentare per il fatto di sentirmi ancora in Italia, stasera ho avuto la conferma che sono negli Stati Uniti. E cosa c'è di meglio per provarlo se non coscette di pollo e football in TV?! E sì, il football è fantastico. Neanche il baseball è male, ma non è abbastanza violento ed attivo per me. Yes, I'm a football girl!



mercoledì 25 agosto 2010

School's Updates.

Salve.
Bene, ieri c'è stato il Maze Day. Quindi ho parecchi aggiornamenti da fare, in teoria interessanti, ma praticamente vedremo.
Inutile dire che alle 6 ero già in piedi, ansiosa e nervosa, e alle 8 eravamo a scuola. Il Maze Day, per tutti quelli che non lo sanno (anch'io lo ignoravo fino a quando non mi hanno spiegato cos'è), è una specie di giorno di apertura della scuola, in cui i ragazzi si registrano ufficialmente, consegnano i loro schedule (ovvero il piano di studi per il semestre) e prendono possesso del loro nuovo armadietto. Questa cosa dovrebbe aiutare i Freshman, ovvero le matricole, ma anche i poveri Senior come me che non hanno idea di come funzioni qui il sistema scolastico. Sì, sono una Senior. Per chi non lo sapesse (ok, questo post sta diventando una puntata di "SuperQuark, speciale American High School"), qui il liceo consiste in 4 anni (sì, lo so, perchè loro 4 e noi 5?):

  • 9th grade, detto anche Freshman Year (ovvero il 1° anno per noi);
  • 10th grade, detto anche Sophomore ("Fagiolo", o sinonimo di Secondo, a scelta) Year;
  • 11th grade, detto anche Junior Year;
  • 12th grade, detto anche Senior Year (nonchè ultimo anno di Liceo).

Bene, dicevo, io sono una Senior, fortunatamente. Quindi il mio Maze Day è iniziato prima di quello degli altri, perchè sì, i Senior sono i "bulli della scuola" e, oltre ad avere una ridicolissima foto in abito da sera sull'annuario (che dovrebbe essere parecchio "cool", in realtà), hanno anche la possibilità di beccarsi gli armadietti migliori arrivando prima degli altri. Ovviamente la fantastica Lauren mi ha aiutato e ha posizionato i nostri armadietti nel corridoio migliore. Numero 915. Non chiedetemi dove, perchè non ne ho idea. Sono addirittura tentata di scrivere qui la combinazione, così è sicuro che non la dimentico. Ma diciamo che eviterò.
Anyway, a parte problemi con il mio ID Number e con la mia foto (che è inguardabile), siamo riusciti a recuperare il mio tesserino (che, a mio parere, è una cosa fighissima, altro che carta "Io Studio" -.-') e abbiamo ordinato l'Yearbook, la maglietta del Senior Year e comprato il mio Diario/Agenda (che è una cosa altrettanto figa perchè ci sono scritti tutti gli appuntamenti della scuola, le feste, le vacanze e chi più ne ha più ne metta). Mi sono iscritta a dei clubs che sinceramente non ho ancora capito cosa sono, ma confido in una prossima explanation. Lauren mi ha presentato metà scuola, ma io non ricordavo neanche il mio di nome in quel momento, quindi posso felicemente ammettere che non ho conosciuto nessuno. :)
L'unica cosa da fare, quindi, era riuscire a guadagnare, finalmente, il mio schedule. Ma la counselor era ovviamente irreperibile e quindi abbiamo fissato un appuntamento per il pomeriggio.
Alla fine, ce l'abbiamo fatta e finalmente l'abbiamo incontrata. E' una ragazza simpatica, giovane e molto disponibile, e mi ha preparato proprio un bell'orario:

  • 1st Period: Pre Calculus 4 (una specie di Algebra avanzata che serve per fare Fisica)
  • 2nd Period: Governament and Economics (no, non ho scelto di STUDIARE diritto anche qui, è una classe obbligatoria)
  • 3rd Period: Physics (che la tizia ha detto essere molto difficile, soprattutto se non te la cavi con la matematica, ma io sono un genio xD)
  • 4th Period: English 12 (classe obbligatoria)
  • 5th Period: Culinary Arts (sì, corso di Cucina! Una Fine Arts apprezzata dai college! Questa cosa mi fa pensare tanto a Sabrina, quando Audrey frequenta un corso di cucina per un anno a Parigi)
  • 6th Period: Journalism (materia apprezzata dai college e... da me! :D)


Fantastico. Sono particolarmente soddisfatta. Mi dispiace un po' perchè avrei voluto fare Drama (Teatro), ma c'è anche la possibilità di farlo di pomeriggio, quindi dovrebbe essere divertente. Sono proprio contenta.
Questo era il mio Maze Day, ma oggi c'era quello di Kyle e io, ovviamente, ci sono andata perchè sono proprio una "brave girl"! E infatti abbiamo fatto una fila di tipo due ore sotto un sole cocente, ma alla fine siamo sopravvissuti... Più o meno interi!
Ora si spera solo in una possibile Graduation, ma questo dipende tutto da me.